venerdì 29 marzo 2024 Ti trovi in: Commenti » Comunicazione 12

 

Che dire, l’avevo detto domenica scorsa “Poco più di 200 km in moto, non sono tanti ma mi rifarò in un’alta occasione.” Sono passati due giorni e mi sono fatto venire l’occasione giusta. Faccio il “Tour dei Tauri”. Questo giro lo avevo in programma da un po’ di tempo ma o per qualche motoraduno o per il brutto tempo l’ho sempre rinviato.
Le previsioni sono ottime, la mia Rossweisse scalpita, alla faccia del mondo, domani si va sul Grossglockner.
Sveglia alle sette. Colazione e poi si parte.
Per anticiparmi un po’, prendo l’autostrada a Udine Nord. Dopo una ventina di minuti, esco all’uscita di Carnia.
  
Continuo sulla SR52 fino a Tolmezzo, dove imbocco la Valle del But (SR52bis).
  
Questa valle, aspra e selvaggia, in antichità era percorsa dalla “Via Iulia Augusta” che metteva in comunicazione Aquileia con il Norico, l’attuale Austria e Baviera.
  
Arrivato a Timau, comincio a salire il Passo di Monte Croce Carnico (Plöckenpass).
  
Una salita costante con una decina di tornanti. Gli ultimi sono molto spettacolari sia per il panorama, sia perché alcuni sono in galleria.
  
Il passo, situato a 1.360 mt/slm, è uno stretto e profondo intaglio aperto tra le pareti strapiombanti della Creta di Collinetta a ovest e il Pal Piccolo a est. Queste montagne sono tuttora famose in quanto nella Prima Guerra Mondiale, furono teatro di aspri combattimenti come dimostrano le tante fortificazioni che si trovano in quota.
  
Sul Passo di Monte Croce Carnico si trova il confine tra l’Italia e l’Austria ed è una zona particolarmente ventosa tanto che gli austriaci hanno installato una piccola centrale eolica.
  
Passato il confine, comincio a scendere la Valle del Gail.
Questa strada, la Plöckenpass Straβe (B 110), collega il passo con la Valle del Gail e attraverso il Gailbergsatlel (piccolo passo 981 mt/slm) la Valle del Drava.
  
La discesa fino a Mauthen è un po’ disastrata e in certi tratti con forte pendenza.
Passato il paese di Mauthen, continuo in direzione del Gailbergsatlel.
  
Dopo averlo scollinato, scendo a Oberdrauburg.
  
Arrivato, giro a sinistra sulla B 100, percorro una quindicina di km e nelle vicinanze di Dölsach giro a destra sulla B 107.
Continuo per una quarantina di km immerso nel fascino dei bellissimi paesaggi della Carinzia.
  
Passo, prima Winklern la “Porta d’ingresso del Parco Nazionale degli Alti Tauri”, …
  

… poi Heiligenblut la “Porta d’ingresso del Grossglockner”.
  
  
Pago il pedaggio (moto 23 €) e comincio a salire la mitica Grossglockner Hochalpenstrasse.
  
Questa famosissima strada alpina mette in collegamento la Carinzia con il Salisburghese.
  
Lunga poco meno di 50 km con 36 tornanti, più 3 per andare al belvedere Kaiser-Franz-Josef-Höbe (2.369 mt/slm) e altri 8 per salire sull’Edelweiss-Spitze (2.571 mt/slm), è uno dei paradisi dei motociclisti.
  
Mentre salgo verso il Kaiser-Franz-Josef-Höbe, il panorama che mi circonda non ha prezzo.
  
Pascoli in fiore, possenti pareti di roccia, ruscelli che scendono dalla montagna formando ripide cascatelle, laghetti sparsi qua e là, tutto questo con curve e controcurve che sembrano disegnate con il compasso.
  
Arrivato sul belvedere Kaiser-Franz-Josef-Höbe, davanti a me si scaglia maestoso il Grossglockner che con i suoi 3.798 mt è la montagna più alta dell’Austria.
  
Ai suoi piedi il ghiacciaio Pasterze. Il ghiacciaio una ventina di anni fa arrivava sin sotto il piazzale e ci si accedeva direttamente sopra tramite un’erta funivia a cremagliera.
  
Oggi purtroppo si è ritirato di diverse centinaia di metri e per arrivarci bisogna fare una camminata di circa un’ora.
  
Dopo aver fatto un po’ di foto, comperato due sacchetti di Mozartkugeln (Palle di Mozart, buonissime) per Ornella e Maila e un pensierino per Giada, la nipotina, riprendo il tour.
  
 

Faccio a ritroso la strada fino al bivio che mi rimette sulla Grossglockner Hochalpenstrasse.
  
Prendo in direzione Salisburgo e comincio a salire verso il passo.
  
Che dirvi, a ogni curva un paesaggio veramente straordinario.
  
Pascoli d’alta quota, nevi perenni, curve sempre disegnate col compasso mi portano fino all’Hochtortunnel.
  
  
Questa galleria, 2.504 mt/slm, è il punto più alto della Grossglockner Hochalpenstrasse.
  
Passata la galleria, entro nel Salisburghese.

  
Davanti a me lo spettacolo mi intimorisce e mi sorprende ogni volta, per la sua grandezza e maestosità.
  
Scendo lungo la strada godendomi quei panorami che spaziano tra le montagne aguzze e maestose.
  
La strada continua tra nevai, tornanti e curve fino a un'altra galleria.
  
Superata la galleria, salgo alcuni tornanti e arrivo al Fuscher Törl.
  
Questa piazzola commemorativa, ricorda gli operai deceduti durante la costruzione della strada. Questo è uno dei luoghi più belli per fotografare le pareti settentrionali del passo. Per fotografare le nuvole non devi guardare in alto, basta fare qualche scatto di fronte a te.
  
Scendo ancora un centinaio di metri e vedo l’indicazione per l’Edelweiss-Spitze. La stradina che porta su è irta, tutta in pavé con dei tornanti a gomito stretto.
  

Ma non si può fare a meno di salire, sopra c’è il “Bikers-Point”.
  
Da sopra si gode un panorama unico che spazia su una trentina di cime che superano i 3.000 metri.
  
La salita è stata più che emozionante. La mia Rossweisse scalpitava e una vota arrivata sopra, anche lei pareva godersi di essere a un passo dal cielo con quei panorami.
  
Sceso dall’Edelweiss-Spitze, mi rimetto sulla Grossglockner Hochalpenstrasse e continuo in direzione Salisburgo.
  
  
Tredici km di tornanti, curve, controcurve ma purtroppo mi sto abbassando di quota rapidamente e gli incredibili panorami dell’alta quota, lasciano spazio a quelli, se pur belli, normali panorami alpini.
  
  

Un consiglio, in moto fatela almeno una volta la Grossglockner Hochalpenstrasse. Panorami indescrivibili, viste mozzafiato, divertimento incredibile. Il Grossglockner rappresenta per noi motocilisti l’eden, un godimento unico che si prova a ogni curva, ogni tornante. Resti rapito dal paesaggio che ti circonda. Non sai se goderti le curve o il paesaggio. Sono appena andato e mi sto già dicendo: “Mi tocca tornare”.
Ragazzi ho fatto meno di duecento km e per mantenere il programma che mi sono preposto, me ne mancano più di trecento di km.
Uscito dal casello della Grossglockner Hochalpenstrasse, continuo sulla B 107 fino a Bruck an der Groβglocnerstraβe. Giro a destra sulla B 311, faccio una quarantina di km e arrivo a St. Joann im Pongau. Altri ventitré sulla B 163 in direzione Altenmarki im Pongau, più cinque sulla B 320 e arrivo a Radstadt.
A questo punto imbocco la Katschberg Straβe (B 99) in direzione sud.
  
Di questa strada si hanno notizie dai primi del 1500 ed era la strada più importane per la comunicazione tra Salisburgo e Venezia.
Percorro il primo tratto con una pendenza minima.
  
Dopo aver fatto una decina di km, la pendenza aumenta pian piano che mi avvicino al Radstadt Tauern Pass.
  
Questo piccolo passo (1.738 mt/slm) è il primo che incontro tra le due catene dei Bassi Tauri. Sul passo si trova il villaggio di Obertauern che ha origini molto antiche. Si hanno notizie certe dell’esistenza risalenti al 1.200, trecento anni prima della costruzione della strada. Definirlo villaggio è molto riduttivo perché oggi è una fiorente stazione turistica invernale. Una piccola curiosità, alla sommità del passo si trova il “Cimitero dello Sconosciuto”. Il nome deriva dal tempo in cui persone attraversavano il Passo dei Tauri a piedi e spesso a causa del cambiamento improvviso del tempo, perdevano la vita. Molto spesso questi viandanti non potevano essere identificati ed erano seppelliti in questo cimitero senza un nome.
La strada, sia prima sia dopo il passo, è molto scorrevole con dei bellissimi panorami.
Arrivato a St. Michael im Lungau, comincio a salire il Passo del Katschberg.
  
Anche questo passo non è molto alto (1.641 mt/slm) ma ha dei tratti con pendenze da brivido che in passato, sul versante nord raggiungevano il 20%. Dopo alcuni lavori a metà degli anni cinquanta, la pendenza dalla parte di St. Michael im Lungau, è molto più abbordabile mentre sul versante sud ci sono ancora oggi lunghi tratti con pendenza al 18%. Queste foto non danno l’idea della pendenza ma ho dovuto fare questo tratto con una marcia bassa per non surriscaldare i freni.
  
Una volta sceso dal passo, continuo per una trentina di km sulla vecchia strada …
  
… finché all’intersecare con la B 98, proseguo in direzione Villach.
Dopo aver costeggiato il Millstätter See …
  
… il Feld See, …
  
… il Afritzer See …
  
… arrivo a Villach.
Passo la cittadina, proseguo per pochi km sulla B 83 e mentre penso se rinunciare a fare gli altri tre passi, la mia Rossweisse gira da sola verso il Wurzenpass.
  
Con i suoi 1.073 mt di altezza, il passo non è impegnativo ma anche in questo caso ci sono pendenze del 18% tanto che nei tornanti più alti sono predisposte via di fuga da poter utilizzare in caso di problemi ai freni.
Poco prima del passo, era presente uno sbarramento difensivo che dal 2005, il suo bunker è adibito a museo. Sulla strada è visibile un carro armato T34.
  
Appena superato il passo, sono entrato in Slovenia.
  
Continuo per la 201 fino a Kranjska Gora, dove svolto a destra sulla 206 e vai verso il Vršič.
  
1, 2, 3, 4 ……. ce ne sono ben 50 di tornanti di cui 24 in pavé.
  
   
Subito dopo l’ottavo tornante, trovo una piccola Cappella Russa che ricorda i 300 prigionieri di guerra russi morti nel 1916 a causa di una valanga mentre lavoravano al miglioramento della strada.
  
È una goduria inoltrarsi su questo passo selvaggio dove la natura, grazie al Parco Nazionale del Triglav, è rimasta incontaminata.
  
  
  
Scollinato il passo, …
  
… una lunga discesa mi porta fino a Trenta.
  
  
Dopo aver costeggiato per una ventina di km il Soča (Isonzo) …
  
… arrivo a Bovec.
  
Ultimo rifornimento (€ 1,480 al litro), poi continuo sulla 203 fino al paesino di Žaga.
  
  
Subito dopo il paese, giro a destra sulla 401.
  
Dopo aver fatto sette km di curve e controcurve, rientro in Italia per il valico di Uccea.
  
Non pensate sia finita così. Dopo l’ingresso in Italia ho dovuto “salire” sul Passo Tanamea e credetemi è stata dura, molto dura fare questo “altissimo” passo.
  
Dopo quest’ultima fatica, continuo lungo la Valle del Torre fino a Tarcento, faccio gli ultimi dieci km di strada incasinata e sono a casa.
Concludendo, un bellissimo giro di 536 km, con 8 passi, 216 tornanti, un milione di curve, panorami straordinari, anche se la Grossglockner Hochalpenstrasse ha messo un po’ nell’ombra il resto del tour.
Come ho detto sopra: Sono appena andato e mi sto già dicendo: “Mi tocca tornare”.
   

 

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